I Pastori Erranti – sulle vie (nascoste) dell’Abruzzo

 

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Esiste una terra meravigliosa, ricca di montagne e di mare, di castelli e abbazie, di persone riservate ma cordiali.

E’ un luogo magico dove le strade, oggi asfaltate (non proprio tutte), sono state anticamente tracciate da uomini e animali che, a seconda delle stagioni, si spostavano errando sul territorio alla ricerca di cibo e di un riparo.

Il rapporto di questi uomini con la terra, la Madre Terra, era molto confidenziale ma estremamente rispettoso, con essa convivevano quotidianamente e grazie ad essa potevano sfamare le loro famiglie.

Il legame speciale con la terra alla quale appartenevano era talmente indissolubile che oggi l’intera area, per secoli da loro calpestata, è conosciuta da tutti come la TERRA DEI PASTORI.

Il loro nobile migrare, insieme alle inseparabili greggi, è persino stato composto in versi, ancora più nobilmente, da uno dei nostri più grandi poeti: Gabriele D’Annunzio. https://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-27837

Ed allora, senza voler mancare di rispetto ai pastori transumanti e lungi dal paragonare le nostre “fatiche” alle loro, durante il nostro giro in moto in questa grandiosa terra, io e mio figlio abbiamo voluto soprannominarci proprio così:

I PASTORI ERRANTI

Non ce ne voglia il mare, anch’esso meraviglioso, ma per noi cavalcanti di destrieri d’acciaio sono le montagne di queste terre che hanno ammaliato ed attratto il battistrada delle nostre cavalcature.

Come i pastori le abbiamo percorse in lungo ed in largo, errando di qua e di là, seguendo a volte quelle vie che ci suggeriva il nostro estro.

Siamo su una Provinciale e guidiamo per collegarci, attraverso un crocevia, alla Statale. In questo tratto precedo mio figlio (siamo in rettilineo, sulle curve è troppo forte per me L) e scorgo sul navigatore (la nostra Stella Polare) che tra qualche centinaio di metri si innesta alla strada che stiamo calcando una strettoia che pare collegarsi, più su, alla “nostra” Statale. Giusto il tempo di informare, attraverso l’interfono,  l’altro “pastore” e siamo già fuori dalla Provinciale.

La strettoia ci comunica subito che non “fa sconti”, non vuole saperne di comportarsi come le altre strade, di girare intorno alla montagna piano piano con una serie di curve e tornanti per arrivare su. No! Essa tira dritta in alto con una pendenza da luna park, concedendosi (veramente più a noi che a lei) solo qualche pausa, con tornanti cosi stretti ed alti che quando inizi a curvare sei alla base di un albero e quando esci vedi la punta dello stesso albero sotto di te: fantastico, impegnativo ma fantastico!

Siamo praticamente sul crinale roccioso della montagna, l’asfalto spesso è spietruzzato come una brecciolina e, dentro di me, mi ritrovo a parlare col battistrada: “Non fare scherzi, esci gli artigli, mordi la strada e sali su” – gli dico.

Quando arriviamo in cima, prima dell’innesto con la Statale, quello che c’è sotto ripaga di tutta l’adrenalina accumulata durante la salita (oppure devo chiamarla scalata?).

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“Pa’ fermati!” – mio figlio nell’interfono. Obbedisco. Arresto la cavalcatura e penso che ora, incazzato, mi dirà: “Ma dove ci siamo andati a ficcare?”

Si toglie il casco, alza il naso all’insù, respira tutta l’aria che passa davanti alle narici in quel momento ed esclama “D’azione!!”. E’ il suo modo per comunicare che l’arrampicata gli è piaciuta un sacco. “Ma abbiamo fatto un tratturo?” – continua entusiasta – “Pa’ di fronte ce n’è un’altra che scende”.

Nemmeno finisce di parlare che è già con l’anteriore in discesa e, se penso alla salita appena finita, mi vengono i brividi: “Questa sarà una discesa libera”. Ma ormai il mio secondo è passato avanti ed io non posso che seguirlo, ora è lui che guida il gregge.

Se salendo siamo riusciti ad usare anche la seconda, qui non se ne parla proprio: prima forever! Freno motore a palla e giri che salgono all’unisono col rombo delle cavalcature, “sederino” sul posto del passeggero per controbilanciare e giù in picchiata, accidenti!

Al termine, prima di incrociare la Statale, con l’adrenalina a mille, incontriamo la risposta alla domanda fatta poco prima da mio figlio (abbiamo fatto un tratturo?)

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Ne è valsa la pena, lo scenario che viviamo vale davvero il prezzo del biglietto!

La strada maestra (la statale), che ora scorre sotto le nostre ruote, non ci fa affatto annoiare. Anch’essa porta in dote un cospicuo corredo di curve e tornanti che, anche se più armoniosi e meno aspri di quelli della strettoia, avvolgono voluttuosamente la montagna che, generosa, li ospita.

Il nastro d’asfalto, che a volte lascia capire di non aver avuto il tempo di “rifarsi il trucco” (si, insomma, non proprio di ottima qualità), ombreggiato da boschi fantastici,IMG-20190709-WA0020

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ci trasporta indietro nel tempo quando ci fa approdare in questo minuscolo abitato, abbarbicato al pendio, sovrastato (nel vero senso della parola) da una rupe che, non si sa come, mantiene in equilibrio niente di meno che un castello!

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Giudicate voi stessi se è o non è un gioco di prestigio che la natura e l’uomo hanno saputo mettere in scena in uno spettacolo dal fascino unico.

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Quando ci si trova davanti ad uno spettacolo cosi incantevole ed incantato, che esprime come l’uomo e la natura siano fatti per essere uno parte dell’altra e viceversa, non possiamo non rimarcare che siamo davvero il Paese delle meraviglie.

La strada continua…

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I Pastori Erranti proseguono il loro cammino tra scenari che lasciano a bocca aperta come quando attraversando un valico pensano di essere in Scozia ma poi alzando gli occhi al cielo hanno la conferma di essere nel più bel Paese della Via Lattea.

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L’asfalto si insinua tra le valli conducendo i viandanti verso la pianura, dove la terra permette all’uomo di essere dissodata e coltivata, conservando comunque un fascino che, anche se differente, è sempre ammaliante ed attraente.

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Dolcemente, a volte in modo più deciso, la montagna cede il posto alla pianura che  avanza, anch’essa stupenda, verso il mare, altro elemento naturale, eterno come le montagne, che colora ed arricchisce questa terra ricca ed accogliente.

Mare che noi non possiamo fare altro che ossequiare ed ammirare, consci che con le nostre cavalcature d’acciaio non possiamo attraversarlo né solcarlo.

Ed allora, prima di puntare definitivamente la “prua”   verso casa, gli scattiamo (al mare) qualche clic che ci fa portare via colori così intensi da arricchire indelebilmente la galleria di immagini fantastiche che si sono fissate, in questi giorni di “navigazione”, nella nostra mente.

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Anche il mare, come la terra, ha sempre avuto generosità ed abbondanza dei suoi frutti verso quegli uomini che hanno percorso le sue invisibili vie.

La Madre Terra ha chiamato i suoi figli Pastori, la Madre Acqua ha chiamato i suoi figli Pescatori.

Ma di questi ultimi vi racconterò un’altra volta, ora, i “Pastori Erranti” sono giunti a fine tratturo, davanti al box per rimettere in “stalla” i propri destrieri.

Con mio figlio, partendo da Altamura (BA), nel Parco dell’Alta Murgia (https://www.viaggiareinpuglia.it/at/29/parco/103/it/Parco-Nazionale-dell-Alta-Murgia-Gravina-in-Puglia-(Bari), abbiamo attraversato, evitando accuratamente le autostrade e, laddove possibile, le vie di grande comunicazione, il Molise (verdissimo! Una “uscita” in questa regione è da programmare al più presto) per giungere nell’ospitale Abruzzo. Fantastico ed inimitabile, lo abbiamo percorso da sud a nord, dalla Majella al Gran Sasso, e da nord a sud, dal Gran Sasso al mare, verso casa, senza farci mancare, prima di finire il giro, le curve dello splendido Gargano (anche di questo scriverò molto presto, troppo bello!).

Il paese con il castello è il borgo di Roccascalegna (http://www.stradadeiparchi.it/il-castello-di-roccascalegna-e-la-sua-leggenda/) .

Il paesaggio scozzese con cielo italiano è il Valico di Capo la Serra.

La balconata sul mare è il Belvedere di San Vito Chietino.

La palafitta in mezzo al mare è un “trabucco o trabocco”, antica macchina da pesca che popola l’Adriatico centrale e meridionale (http://abruzzoturismo.it/it/costa-dei-trabocchi).

Per chi volesse calpestare lo stesso percorso siamo pronti a postare al volo l’itinerario compiuto. Lasciate il vostro contatto.

Buona moto a tutti.

Angelo e Mario

I Pastori Erranti – sulle vie (nascoste) dell’Abruzzoultima modifica: 2019-09-19T20:40:41+02:00da diabolikgs63
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